Oggi è il cinquantesimo anniversario della Giornata mondiale della Terra e noi vogliamo celebrarlo. Celebrarlo in questo periodo in cui in assenza dell’uomo la natura ha ripreso spazio, ma consapevoli che la tutela della Nostra Unica Casa è una nostra quotidiana responsabilità. I cibi che consumiamo, come ci spostiamo, come ci scaldiamo e rinfreschiamo, come ci vestiamo hanno un forte impatto, perchè la somma delle scelte di tutti noi può migliorare la situazione o peggiorarla irrimediabilmente.
Partendo proprio dalla terra vorremmo proporvi una riflessione che riguarda il cibo di cui ci nutriamo. Il sistema agroalimentare incide tra il 44% e il 57% (https://www.foodandlandusecoalition.org/global-report) sulle emissioni di gas serra con deforestazione, agricoltura in senso stretto, trasporto del cibo, trasformazione e imballaggio, surgelamento/vendita e rifiuti. Inoltre le multinazionali chimiche detengono il potere per semi e fitofarmaci. I primi selezionati negli anni per essere sempre più resistenti alle condizioni climatiche (si innesta però un circolo vizioso!) si sono impoveriti di varietà lasciando quelle con la maggior quantità di glutine e generando i problemi ben noti di celiachia che oggi affliggono molte persone. I secondi, tra cui alcuni tristemente noti, come il glifosato (inserito nel 2015 dallo Iarc nel gruppo 2A- probably carcinogenic to humans) e il cui uso è stato consentito con voto favorevole in Europarlamento nel 2017 per altri 5 anni (qui uno studio dell’Environmental Health del febbraio 2020 che ne dimostra invece la pericolosità). E il meno noto clorpirifos, messo al bando in via definitiva nello scorso gennaio, dopo anni di proroghe, che interferisce con lo sviluppo neurologico e endocrino (qui uno studio dell’Environmental Health del novrembre 2018 che dimostra la neurotossicità del clorpirifos-metile e una puntata di Presadiretta dedicata agli effetti sui bambini). Purtroppo proprio a febbraio l’Unione Europea ha rinnovato l’impegno per scambi commerciali del settore agricolo a livello mondiale, facendo rientrare dalla porta sul retro, secondo il rapporto Ceo, molte sostanze vietate in Europa. Per questo le nostre scelte se consapevoli dei processi e decisioni che ci stanno dietro possono piegare i mercati.
A questo proposito condividiamo l’ecomenù stilato da Greenpeace (qui la versione pdf ecomenù-greenpeace).
Auspichiamo che coloro che lavorano la terra siano i primi buoni testimoni di come prendersene cura, con sostanze e tecniche sostenibili per l’ambiente e di conseguenza per l’uomo. Di esempi ormai ce ne sono molti anche vicino a noi e che conosciamo personalmente come la Cooperativa ortofrutticola biologica Castel Cerreto (Cascina Pelisa) che ci ospita una volta alla settimana.
Cambiamo agricoltura: perchè la terra è un bene comune!
Marianna
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